Affrontare il repertorio di Luigi Tenco è la sola cosa che potessi fare dopo aver ricevuto un premio a lui dedicato. Da quel momento non è passato giorno in cui non mi sia domandata se quel premio fosse meritato e perché. Non c’era forse altro modo per sciogliere il mistero se non affrontarne l’opera con un grande musicista come Armando Corsi e affidandone la realizzazione al produttore Raffaele Abbate.
Queste sono le parole di Roberta Alloisio, la cantante prematuramente scomparsa nel marzo 2017, durante la lavorazione del disco “Luigi”, uscito il 21 marzo per OrangeHomeRecords, che Armando Corsi presenterà sul palco del Premio Bindi nella seconda serata del Festival.
L’album è interpretato chitarra e voce da Armando Corsi e Roberta Alloisio, con il sostegno e della collaborazione della famiglia Tenco, che ha concesso anche che Corsi suonasse la chitarra del cantautore scomparso, in due canzoni dell’album, “La Ballata del marinaio” e “Io sì”.
Roberta, scomparsa poco tempo dopo aver presentato questo album in un concerto al Teatro della Tosse, riuscì appena ad incidere l’album, registrato in presa diretta in cinque giorni, dopo aver attentamente scelto, dal canzoniere di Tenco, tredici brani, alcuni molto conosciuti ed altri meno noti, ma molto cari al cantautore di Ricaldone.
L’interpretazione espressiva e sentita di Roberta e la magia della chitarra di Armando hanno dato vita alle emozioni della musica di Tenco in modo personale eppure estremamente rispettoso della sua opera.
«Quando pensammo Luigi, con Roberta Alloisio ci sedemmo a tavolino e lei mi propose delle cose – spiega Armando Corsi – così è nato l’album, con ogni brano che mantiene la melodia originale, ma è completamente diverso negli arrangiamenti. Un lavoro che rispecchia un po’ quello che dico sempre: “prendi e fai tuo”, e a cui tengo moltissimo. È un album che resterà nel tempo, come Roberta, che mi manca tantissimo. Era una grande donna sensibile e intelligente, condividevamo confidenze e solitudini, in alcuni momenti i nostri respiri erano uguali. Con lei si è concluso un ciclo artistico e di vita dove resta questo lavoro su Tenco, difficile da riproporre perchè è stato un momento magico. In Luigi peraltro, ho avuto modo di suonare la chitarra di Tenco, come già era accaduto a casa della sua famiglia. Ed è come se Tenco non fosse mai morto, è come suonare con lui».