Antonio Langone nasce il 2 Aprile 1988 a Potenza. All’età di 10 anni inizia a suonare la tromba, studio che proseguirà al Conservatorio di Potenza “G. da Venosa”. Dopo aver suonato in diverse bande musicali del sud Italia nel 2006, grazie alla collaborazione con la “Banda città di Pignola”, prende parte a due date del tour “Ovunque proteggi” di Vinicio Capossela. All’età di 21 anni inizia a scrivere canzoni e ad entrare nel mondo della musica pop. Nel 2010 e nel 2015, grazie a due borse di studio, frequenta il Centro Europeo Tuscolano (CET) diretto dal Maestro Mogol. Nel 2010 segue il corso come autore di testi tenuto da Giuseppe Anastasi, mentre nel 2015 frequenta la classe di composizione seguendo i laboratori del maestro Giuseppe Barbera. Nel 2013 esce il primo lavoro in studio dal titolo “Un po’ nell’ombra un po’ nel buio”. All’uscita del disco seguono numerosi live e l’apertura di diversi concerti, tra gli altri quelli di Eugenio Bennato e di James Senese & Napoli Centrale. Dal 2015 lavora alla realizzazione del suo nuovo EP in studio collaborando con Bodacious Collective, collettivo composto da musicisti del calibro di Giovanni Pallotti e Davide Sollazzi (rispettivamente bassista e batterista di Marco Mengoni). Il 30 settembre 2016 esce il primo singolo dal titolo “Chiedi alla polvere”, brano semifinalista del “Premio De Andrè 2016”. Il 2017 inizia con la semifinale di Musicultura Festival e prosegue con la selezione al 1MNext e la preparazione del nuovo Live. Sempre nel 2017 è finalista del “Premio Bindi 2017”.
Nella serata finale dell’8 luglio presenterà il suo brano “Mostri” e una sua interpretazione de “La canzone dell’amore perduto” di Fabrizio De Andrè
MOSTRI
Tu che ne sai dei mostri miei
Se non ti spaventassi te li mostrerei
Quando tutto mi somiglia, tutto il peggio intorno a me
E non c’è circonferenza che ti può proteggere
Ma poi le mani senza tatto,
gli occhi sono un sacco lucidi … Guardali
Formiche rosse sopra ai sensi
a mangiare i miei resti deboli … Cercali
I mostri miei, i mostri miei
Sono i tuoi alibi, sono i miei debiti
E sono abili ad ingannare come te
Tu che ne sai dei mostri miei
Tu che non ti sforzi a scoprire i tuoi
E ti inventi una famiglia, come io ho inventato te
Ma non esiste soglia che ti sa accogliere
Ma poi le mani senza tatto,
gli occhi sono un sacco ludici … Guardali
Formiche rosse sopra i sensi
a mangiare i miei resti deboli … Cercali
I mostri miei, i mostri miei
Sono i tuoi alibi, sono i miei debiti
E sono abili ad ingannare come te
Ma poi le mani senza tatto,
gli occhi sono un sacco lucidi … Guardali
Formiche rosse sopra i sensi
a mangiare i miei resti deboli … Cercali
I mostri miei, i mostri miei
Ci sono se ci sei